Per un’altissima percentuale della popolazione la musica che non viene suonata, di fatto, non esiste; ma c’è un’enorme quantità di musica che non viene mai suonata e che potrebbe dire molto al pubblico di oggi.

Pensate: è un po’ come se esistesse una miriade di borghi bellissimi e raggiungibili solo tramite passaggi segreti, quadri e statue meravigliosi chiusi in stanze di cui quasi nessuno ha la chiave. Il compito di chi vuol fare cultura è portare la gente in queste stanze; guidarla attraverso i passaggi segreti, che spesso son solo meno visibili.

Per fare un parallelo turistico, il “grande repertorio” sta alla musica come Firenze, Venezia o Roma stanno all’intera Italia, dove certamente ci sono Quarto Oggiaro, la terra dei fuochi e la periferia di Aosta, ma anche le colline del Chianti, il Monte Rosa, il Tigullio, il Salento.

Tuttavia è tanto facile puntare su poche cose note, ma col rischio concreto che, a lungo andare si diffonda l’idea che l’Italia si possa descrivere compiutamente solo con i piccioni di Piazza San Marco, le code della Cappella Sistina, le foto con la torre di Pisa e poco altro: un luogo bello ma tutto sommato limitato.

Con la musica è la stessa cosa: chi la fa, la fa per comunicare bellezza, ovverosia un qualcosa che trae linfa vitale non tanto dalla familiarità quanto dalla novità e dallo stupore infantile che può generare l’inaudito (in senso proprio letterale).

E, proprio per questo, oggi più che mai, stiamo lavorando per voi.  Se volete saperne di più, fatevi sentire.

Non vediamo l’ora di parlarvene. Basta mandarci un’email dall’apposita pagina.

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